FederBio lancia l’allarme: in Italia si perdono due metri quadrati di suolo ogni secondo.

In occasione della giornata mondiale del suolo, nell’anno dedicato alla salute delle piante, FederBio ne sottolinea il ruolo fondamentale per contrastare il cambiamento climatico, tutelare la biodiversità e gli ecosistemi.

L’edizione 2020 del “Rapporto sul consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, a cura di ISPRA, mostra chiaramente come l’Italia sia ancora ben lontana dal fermare il consumo di suolo, considerando che se ne perdono due metri quadrati al secondo con coperture artificiali, che corrispondono a circa 16 ettari al giorno a fronte, peraltro, di una popolazione in decrescita, che non ha quindi bisogno di occupare ulteriori spazi.

Questo tipo di utilizzo del terreno contribuisce a renderlo meno fertile, oltre che a incentivare pericoli di natura idrica e franosa dovuti al fenomeno dell’erosione e dell’impermeabilizzazione della terra.
Il consumo di suolo si è spinto anche nelle aree protette o tutelate dal punto di vista paesaggistico e persino nelle zone a pericolosità idrica, di frana e sismica: un incremento che contribuisce a far diventare le città sempre più calde, innalzando le temperature fino a +2° nei centri abitati più densi.

Il report dell’Organic Center dell’University of Maryland (Organic Farming Practices for Improving Soil Health), mostra come l’agricoltura biologica, che  vieta l’uso di concimi chimici di sintesi e di pesticidi e si basa sul riciclo della sostanza organica, permetta di contrastare la defertilizzazione del suolo. Le pratiche agroecologiche favoriscono, infatti, il sequestro del carbonio nel terreno, determinante per preservare la biodiversità sotterranea e per contrastare il cambiamento climatico, invertendo la rotta dell’innalzamento delle temperature.

“I dati confermano un continuo e significativo incremento del consumo di suolo a scapito delle aree agricole e naturali, la cui tutela è decisiva per contrastare i cambiamenti climatici. Soprattutto in un momento come quello attuale, dove la crisi sanitaria è fortemente legata a quella ambientale, è fondamentale un’attività di sensibilizzazione su una corretta gestione dei terreni. L’agricoltura intensiva, la monocoltura, l’uso di diserbanti e concimi chimici di sintesi sono tra gli elementi che più impoveriscono il terreno, riducendo la materia organica e la concentrazione di microrganismi. Ecco perché è urgente un cambio di rotta reale e concreto, basato sulla transizione agroecologica, per allineare anche l’Italia agli obiettivi ambiziosi del Green Deal europeo e delle strategie Farm to Fork e Biodiversità che incentivano le pratiche sostenibili a tutela degli ecosistemi e della fertilità dei terreni”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio.