Va meglio la macellazione, stabile la stagionatura dei prosciutti Dop.

In marzo la redditività della suinicoltura italiana cala del 2,8% rispetto al mese precedente, così come rileva l’indice Crefis. Ciò è dovuto, soprattutto e come spesso accade, alla crescita dei prezzi dei principali alimenti, primo fra tutti quello della soia, che ha annullato l’effetto positivo dell’aumento delle quotazioni dei capi da macello. Anche a livello tendenziale, ovvero rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, la performance economica resta fortemente negativa: -25,3%.

Analizzando il mercato è possibile riscontrare un andamento congiunturale positivo del prezzo medio mensile dei suini pesanti da macello destinati a prodotti Dop che fa registrare un + 2,1% rispetto al periodo precedente per un valore di 1,409 euro/kg, ma rimanendo al di sotto dei dati dello stesso periodo del 2020, con una variazione tendenziale pari a -8%.

Stessa situazione si rileva per le quotazioni dei suinetti da allevamento di peso 30 Kg che a marzo hanno mostrato una variazione congiunturale positiva (+14%) con una quotazione pari a 3,322 euro/kg, ma molto al di sotto rispetto ai valori registrati nello stesso periodo dell’anno scorso (-14,3%).

Per quanto riguarda la redditività del comparto della macellazione italiana l’indice Crefis in marzo mostra un dato in ascesa del 2,4% a livello congiunturale e una variazione rispetto al 2020 del        +2,8%. Il buon andamento del segmento è dovuto alle quotazioni in salita dei lombi e delle cosce fresche; una circostanza che ha aiutato a contenere l’effetto negativo del costo, in crescita, dei capi da macello.

Sul lato del mercato, le quotazioni dei principali tagli di carne fresca suina in marzo risultano in crescita. I prezzi delle cosce fresche destinate a produzioni tipiche sono saliti raggiungendo, per la tipologia pesante, un valore di 3,983 euro/kg con una variazione congiunturale del +1,8%, mentre quelle destinate al prodotto non tipico hanno fatto segnare mese su mese +2,1% per un valore di 3,343 euro/kg. Di contro le variazioni rispetto ai valori registrati lo scorso anno nello stesso periodo di riferimento sono tutte negative: -1,8% per il prodotto Dop e -3,8% per quello generico. E a marzo anche per i lombi si nota lo stesso andamento: più precisamente, il prezzo del lombo taglio Padova ha raggiunto un valore di 3,550 euro/kg (+10,5% il dato congiunturale), mentre la quotazione del lombo taglio Bologna è aumentata del +7,4% (3,275 euro/kg). Ma le variazioni tendenziali sono risultate negative per entrambi i prodotti: -9,6% e -13,8%% rispettivamente.

Sempre a marzo la redditività del comparto della stagionatura ha visto andamenti opposti per il prodotto Dop rispetto a quello generico. Il Prosciutto di Parma nella tipologia pesante, fa registrare un indice Crefis in salita del 5,7% per quanto concerne la variazione congiunturale; mentre il confronto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso mostra un forte calo: -13,1%. Al contrario l’andamento mese su mese della redditività della stagionatura dei prodotti generici risulta in calo (- 3%) ma si mantiene su livelli positivi se si considera la variazione rispetto al marzo 2020: +21,2%. Tutto ciò fa sì che il differenziale di redditività tra le produzioni Dop e quelle non tipiche rimanga a favore di quest’ultime (-11,1%).

Nel periodo preso in esame vediamo ora come si sono comportati i prezzi delle cosce stagionate pesanti. Il Prosciutto di Parma ha mostrato un valore medio mensile di 7,850 euro/kg, quotazione che, se confrontata ai prezzi dello stesso periodo del 2020, risulta in calo del 2,5%. Stabili i valori del prodotto non tipico sempre, nella tipologia pesante: 6,175 euro/kg; ma la variazione tendenziale, anche in questo caso, è deludente (-1,6%).