Canali: «Sviluppata una nuova articolazione degli indici adattata alle diverse tipologie di allevatori e alle diverse fasi dell’allevamento».
Importante cambiamento nei report che il Crefis elabora mensilmente a favore degli operatori delle filiere suinicole.
Il Centro ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell’Università Cattolica di Cremona ha infatti rielaborato il proprio indice di redditività dedicato all’allevamento suinicolo, sviluppando tre nuovi indici relativi alle diverse fasi dell’allevamento, e rivedendo quello esistente, con un aggiornamento delle modalità di calcolo.
In particolare, sono stati sviluppati tre nuovi indici dell’allevamento cosiddetto a ciclo aperto, corrispondenti alle differenti fasi di accrescimento del suino. La prima fase, relativa al cosiddetto SITO 1, si riferisce alla fase che va dalla gestazione della scrofa allo svezzamento del suinetto, verso i 7 kg di peso. La seconda (SITO 2), fa riferimento alla fase che porta il suinetto dai 7 kg ai 40 kg; la terza (SITO 3) è la fase dell’ingrasso vero e proprio, che porta il suino dai 40 kg al peso della macellazione del suino pesante del circuito tutelato, mediamente 160 Kg di peso vivo.
A questi tre nuovi indici, il Crefis affianca un indice rivisto che si riferisce alla redditività dell’allevamento a ciclo chiuso, che come noto include sostanzialmente tutte e tre le fasi appena evidenziate. L’indice che utilizzato in precedenza, infatti, era sostanzialmente riferibile a un ciclo chiuso. Come avveniva già in precedenza, tutti gli indici non vanno analizzati tanto in termini assoluti quanto in termini relativi: ciò che conta è la loro variazione nel tempo, indicatore dell’evoluzione della redditività. Gli indici, come avveniva già in precedenza, saranno calcolati su base mensile e tengono conto essenzialmente dei costi dell’alimentazione e dell’eventuale acquisto (a seconda dei casi) del suino in ingresso nella fase oggetto di analisi.
«La nuova articolazione dei nostri indici è tutta a favore degli allevatori – spiega il professor Gabriele Canali, direttore del Crefis. Già in questi anni, “l’indice unico” di allevamento è stato molto apprezzato, diventando rapidamente un punto di riferimento nel settore suinicolo a livello nazionale. Ora però – prosegue Canali – il nuovo assetto consentirà a tutti gli allevatori di disporre di una indicazione ancora più mirata, perché mirata rispetto alla propria struttura di costi e ricavi in funzioni delle fasi dell’allevamento che li vede coinvolti».
Dalla Newsletter Crefis di gennaio, saranno presentati tutti e quattro i nuovi indici, con l’ormai consueto confronto rispetto agli andamenti dei due anni precedenti. I valori storici, infatti, sono stati tutti ricalcolati per consentire un confronto corretto. I nuovi indici saranno disponibili, come sempre, anche sul sito (www.crefis.it).