A parte il paesaggio, le architetture barocche ed il commissario Montalbano la città di Scicli, dal 4 maggio 2012, data di riconoscimento del presidio Slow Food, viene anche identificata per la tipicità alimentare del Fagiolo “Casola Casaruciara”.

Un legume, dal caratteristico colore bianco–panna, con piccole screziature marroni intorno all’ilo e dalla buccia sottile. In gastronomia viene utilizzato in molte ricette tipiche della tradizione locale per il suo sapore delicato, per la facile digeribilità e per la ricchezza di proteine, fibre e vitamine. Proprio per la ricchezza dei minerali e per la delicatezza del gusto viene denominato “Cosaruciaru” (cosa dolce).

L’Azienda Agricola Bartolomeo Piccione è una delle aziende del territorio che produce questo tipico legume di Scicli. Cosa rappresenta per la sua azienda questo prodotto e da quando ha deciso di avviarne la produzione?

La coltivazione di questo prodotto per la nostra azienda si tramanda da generazioni, infatti la si è coltivata ormai da lunga data. C’è da dire però che prima del 2012 (ovvero prima che Slow Food desse allo stesso il riconoscimento di presidio) le superfici coltivate erano irrisorie, cioè tali da soddisfare il consumo familiare, di qualche amico e di qualche bottega locale che ne faceva richiesta.

Il fagiolo Cosaruciaru dal punto di vista economico ha una resa remunerativa sicuramente non comparabile a quella relativa alla coltivazione dei prodotti ortofrutticoli come pomodoro, grappolino, melanzane, peperoni, zucchine, ecc. coltivati in serra o in pieno campo. Secondo la vostra azienda il riconoscimento del presidio Slow Food rappresenta un fattore vincente di redditività per la produzione del Cosaruciaru?

Si, diciamo che tale riconoscimento ci ha aiutati a far conoscere il prodotto al di fuori dei confini della provincia di Ragusa, poichè a livello marketing e di immagine ha dato un grosso contributo. Portandoci a vendere su tutto il territorio nazionale.

Per quanto riguarda il fatturato invece rappresenta una piccola parte essendo la nostra un’azienda con orientamento prevalentemente orticolo quindi ad elevata redditività.

La coltivazione dei legumi in generale è di tipo biologico, cioè non è possibile ricorrere alla concimazione con prodotti chimici. Caratteristica particolare dei legumi è la presenza nelle loro radici di un batterio, il Rhizobium leguminosarum, la cui caratteristica è di fissare l’azoto atmosferico nel terreno per arricchirlo di elementi nutritivi. Per questo motivo la pianta viene utilizzata nella rotazione colturale agricola. Quali colture affiancate alla produzione di fagiolo Cosaruciaru?

Nella nostra azienda la coltura del fagiolo viene alternata alla coltivazione di grano duro (coltura notoriamente sfruttante) così da aiutare a ristabilire un buon grado di fertilità del terreno.

Nell’economia di un’azienda agricola è importante la conoscenza del trend commerciale della sua produzione. Dopo otto anni di presidio Slow Food come risulta il trend del fagiolo Cosaruciaru a livello commerciale sia locale che regionale e nazionale? Si è riusciti ad imporlo sul mercato come prodotto di nicchia?

Il trend commerciale dopo 8 anni non è come speravo andasse all’inizio, quando si era partiti con più entusiasmo e coesione da parte di tutti i soci del consorzio.

Questo a mio avviso perché come in altre realtà si è fatta poca rete tra i produttori, quindi ne risulta una frammentazione dell’offerta che non si addice a piccolissime realtà come la nostra Che si rivolge ad un mercato e una concorrenza estremamente ampia, anzi globale.

E poi anche perché, essendo la coltura poco meccanizzabile, non si riesce ad ottenere grossi incrementi di produzione rispetto ad altre varietà di fagiolo.

Anticamente il fagiolo Cosaruciaru veniva prodotto nei terreni adiacenti il torrente Modica-Scicli nelle cosiddette “cannavate”. Oggi, con il riconoscimento del presidio Slow Food, di quanto si è allargato il territorio di coltivazione di questo cereale? 

La coltivazione del prodotto dopo il riconoscimento da parte di Slow Food si è allargata parecchio nel territorio comunale, anche ben al di fuori dei terreni adiacenti i torrenti; talvolta anche nel comune confinante (Modica). Tuttavia la nostra azienda, sita tra Scicli e Donnalucata, continua a coltivarlo nella maniera tradizionale, ovvero con le stesse epoche di semina e raccolta e nei terreni adiacenti il torrente che da Scicli arriva al mare.

Contatti:

Bartolomeo Piccione
Scicli (Rg)
Contrada Palmentella
Via Goldoni, 2
Tel. 0932 931291 – 0932 851359
bpiccione.palmentella@gmail.com