La diciassettesima settimana dell’anno, ancora in un contesto di emergenza sanitaria, vede una domanda ancora cauta sulle carni avicole che, unitamente all’eccesso di offerta, genera contrazione dei prezzi. Tale contrazione ha causato concorrenza per il tacchino che di conseguenza cala di prezzo nei listini. Le faraone, prodotto tipicamente pasquale, si trovano anch’esse in eccesso di offerta con le stesse conseguenze sui prezzi. Gli accasamenti di pollame sono stati meno intensivi del solito, scelta produttiva che dovrebbe portare a dei recuperi dalla seconda metà di maggio. Sui conigli, in un contesto dove i bollettini CUN delle due ultime settimane non hanno formulato un prezzo, le spinte al ribasso sono state marcate.
Calano i polli pesanti su Treviso (da 1,12 a 0,97 Euro/Kg di peso vivo), su Cuneo (da 1,25 a 1,03 Euro /Kg di peso vivo), su Forlì. (da 1,02 a 0,87 Euro/Kg di peso vivo). Le conseguenze della contrazione di prezzo dei polli sui prezzi dei tacchini vivi sono anch’esse diffuse: vediamo come a Treviso passano da 1,37 a 1,31 Euro/Kg di peso vivo i tacchini maschi, su Forlì passano da 1,32 a 1,21 Euro/Kg di peso vivo, e su Padova passano da 1,35 a 1,27 Euro/Kg di peso vivo. Per quanto riguarda le carni le contrazioni sono diffuse e confermano l’andamento del vivo. A titolo di esempio la piazza di Verona mostra le seguenti variazioni: I petti di pollo segnano una contrazione accentuata, passando ad esempio da 4,85 a 4,30 Euro/Kg di prodotto macellato, i cosci vanno 1,95 a 1,80 Euro /Kg di prodotto macellato e i polli a busto 2,05 a 1,7. Vediamo le carni di coniglio passare sulla piazza di Palermo da 5,45 a 5,05 Euro/Kg di macellato, come conseguenza del rallentamento dei consumi e della mancata quotazione nei listini ufficiali CUN.
Info: Ismea mercati