C’è il rischio concreto e innegabile di ricadute sul primario e sull’agroalimentare
“Nell’esprimere soddisfazione per la richiesta da parte della Regione Basilicata al ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli di aprire di un tavolo di confronto sulla vicenda del petrolio lucano, ci vediamo costretti a lamentare nuovamente il mancato coinvolgimento dei rappresentanti delle organizzazioni di categoria agricole e torniamo quindi a sollecitare il presidente della Regione Vito Bardi e il Vicepresidente e assessore alle Politiche agricole e Forestali Francesco Fanelli affinché si adoperino in tal senso”. Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme Basilicata, che riunisce le federazioni regionali di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.
“Ricordiamo, infatti, che tutte le questioni ambientali riguardanti la questione petrolio vanno a incidere trasversalmente sul comparto primario; evidenziamo, a tal proposito, che in gioco ci sono tantissimi ettari di terreni, nella Val D’Agri così come nella Valle del Sauro. In ragione di ciò, non si può prescindere dal fare un serio ragionamento sulle ricadute, innegabili e inevitabili, sul settore agricolo e sulle produzioni agroalimentari di questa vicenda e degli investimenti che ne faranno seguito”, aggiunge il Coordinamento regionale.
“In relazione al concreto rischio di ricadute sul primario, vero e proprio vanto dell’economia regionale, riteniamo di fondamentale importanza che l’agricoltura venga annoverata a pieno titolo tra gli argomenti oggetto dei tavoli di confronto governativi, così come di quelli tra l’amministrazione regionale e le compagnie petrolifere”, conclude Agrinsieme Basilicata.