Brunelli (Cia): «Sentenza Corte Costituzionale è un’ottima notizia per tutta l’agricoltura toscana, ora avanti con determinazione».

Potrà riprendere l’attività di contenimento della fauna selvatica messa in atto dalla Regione Toscana.  E’ quanto ha deciso la Corte Costituzionale (con sentenza n. 21 del 17 febbraio 2021) che ha confermato la posizione della Regione, rigettando il ricorso di alcune sigle ambientaliste, dichiarando non fondate le questioni di legittimità costituzionale avanzate.

«Si tratta di un’ottima notizia per tutti gli agricoltori toscani – sottolinea il presidente di Cia Agricoltori Italiani della Toscana Luca Brunelli – potrà proseguire l’attività di controllo e di contenimento, fondamentale in questo momento particolare, dopo un 2020 in cui a causa del Covid-19 non si è praticamente mai sparato e con il numero degli ungulati e animali selvatici cresciuto a dismisura, con oltre 400mila capi presenti nelle nostre campagne solo per parlare di cinghiali. Danni alle colture agricole in aumento, anche perché proprio nell’ultimo autunno – secondo stime ufficiali ATC in Toscana – sono stati abbattuti 17mila cinghiali in meno rispetto allo scorso anno e con una popolazione quindi destinata a crescere ancora di oltre 50mila capi».

Secondo i giudici costituzionali, gli atti adottati della Regione Toscana che, per il controllo della fauna selvatica, individuano le guardie venatorie volontarie, le guardie giurate private e gli operatori volontari appartenenti al mondo venatorio adeguatamente formati e sempre sotto il coordinamento della Polizia provinciale e della Polizia della Città metropolitana.

«Dopo questa sentenza – aggiunge Brunelli – va fronteggiato il problema in modo netto e rapido: bisogna sostituire il concetto di “protezione” con quello di “corretta gestione”, parlando finalmente di “carichi sostenibili” di specie animali nei diversi territori; non delegare all’attività venatoria le azioni di controllo della fauna selvatica, ma prevedere la possibilità di istituire personale ausiliario; rafforzare l’autotutela degli agricoltori e garantire il risarcimento integrale dei danni subiti».

Si deve raggiungere e garantire – secondo Cia Toscana – un equilibrio tra presenza di fauna selvatica, attività economica e sicurezza dei cittadini, riducendo drasticamente la presenza di ungulati, rappresentano una vera priorità per una politica di governo del territorio, il cui perseguimento non può essere delegato ai soli cacciatori. L’attuale consistenza della fauna selvatica è insostenibile. Occorre riportare sotto controllo il numero dei predatori (lupi, canidi, ed altre specie selvatiche) e ridurre drasticamente la presenza devastante di ungulati, così come di altri selvatici quali piccioni, corvidi, gabbiani, intervenendo con urgenza con il contributo di tutti i soggetti interessati, a partire da cacciatori ed agricoltori, ed utilizzando al tempo stesso tutti gli strumenti a disposizione, dalla revisione normativa al potenziamento dei soggetti istituzionali preposti al controllo della fauna, a partire dagli Atc che devono operare con maggiore omogeneità nel territorio regionali.