Il nodo dei pesticidi è ancora lontano dall’essere risolto e va ben oltre l’imposizione dei livelli massimi di residui – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Le ultime dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura francese Julien Denormandie hanno riacceso i riflettori sulla questione, con particolare enfasi sui prodotti alimentari provenienti dai Paesi terzi. Imporre limiti stringenti all’interno dell’Ue può avere infatti un’efficacia limitata se i cibi importati dai Paesi extraeuropei non rispettano gli stessi standard.
Alla questione sanitaria e ambientale si aggiunge poi quella economica: alimenti prodotti con un maggiore utilizzo di chimica finiscono per costare meno e sottrarre quote di mercato agli agricoltori europei – continua Tiso. L’armonizzazione delle norme è per questo una sfida che oltrepassa i confini dell’Europa, che dovrebbe stringere accordi commerciali in nome della reciprocità, proteggendo al tempo stesso coltivatori e consumatori del Vecchio continente.
In questo scenario c’è il rischio concreto che i Paesi Ue cerchino di imboccare la scorciatoia più facile, allentando le regole interne in materia di fitofarmaci per far fronte alla concorrenza dei produttori extraeuropei. Una tale soluzione segnerebbe ovviamente una sconfitta e rimanderebbe ulteriormente la transizione verde. Ancora una volta, l’Unione europea è chiamata a mostrare unità di intenti e a far valere il suo peso sullo scenario internazionale per esigere elevanti standard di qualità dai propri partner commerciali.