Cavaliere, nel 2018 allevatori remunerati con appena 4€ l’ora; improcrastinabile programma anticrisi a garanzia dei costi di produzione.
“Continua a essere molto delicata in tutta Europa la situazione degli allevamenti, che continuano a scontare remunerazioni insoddisfacenti che in molti casi non bastano nemmeno a coprire i costi di produzione; salvo rare eccezioni, infatti, il prezzo del latte nell’UE si aggira su una media di 30/31 centesimi al litro, cifra sulla quale pesano le previsioni di un forte aumento dei prezzi delle materie prime, quali soia e mais”.
Lo sottolinea il presidente della Copagri Lombardia e dell’APL Pianura Padana Roberto Cavaliere, a margine di una riunione del direttivo dell’European Milk Board-EMB, l’organizzazione europea che riunisce le più importanti organizzazioni di allevatori di latte del Continente provenienti da ben 15 paesi e di cui fa parte anche l’Italia con l’APL Pianura Padana, associata della Copagri Lombardia.
“Recenti studi, inoltre, mostrano chiaramente che si è verificato un sensibile calo dei prezzi riconosciuti agli allevatori, stimabili nell’ordine del 25% e riscontrabili sia nella produzione di latte convenzionale che in quella biologica; tradotto in cifre, stiamo parlando di una retribuzione oraria media che nel 2018 è stata pari a poco più di 4€”, evidenzia Cavaliere.
“Gli allevatori sono in prima linea per contribuire al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi comunitari in materia di sostenibilità, indicati nella PAC e declinati in diversi documenti di indirizzo politico quali il Green Deal e la strategia Farm to Fork, ma continuano a chiedere alle istituzione dell’Unione Europea di approntare degli strumenti adatti a coprire i maggiori costi derivanti dal perseguimento di tali rilevanti obiettivi”, rimarca il presidente della Copagri Lombardia e dell’APL Pianura Padana.
“Per questo, insieme a tutte le associazioni aderenti all’EMB, continuiamo a sostenere che l’unica strada per invertire questi preoccupante trend, fondamentale anche in ottica del tanto decantato ricambio generazionale, passa da un programma anticrisi a garanzia dei costi di produzione che punti sulla riduzione volontaria della produzione a livello europeo, strumento che già nel recente passato ha dato ottimi risultati in termini di mercato e che ha ottenuto il favore del Parlamento Europeo”, conclude Cavaliere.