I dati dell’Osservatorio Sana 2020, promosso da BolognaFiere e a cura di Nomisma, con il patrocinio di FederBio e AssoBio e il sostegno di ICE, evidenziano un forte incremento della domanda da parte dei cittadini di prodotti bio: con un +7% dei consumi domestici rispetto all’anno precedente, il mercato interno ha raggiunto un valore di 4,3 miliardi di euro (incluso il food service). Molto positiva anche la performance dell’export bio che nel 2019 ha superato la quota di 2,4 miliardi di euro.

Dal 9 all’11 ottobre il biologico torna protagonista a Bologna con SANA RESTART e gli Stati generali del bio “Dalla Rivoluzione verde alla rivoluzione Bio: il biologico tra presente e futuro”.

Si tratta di un importante momento di confronto, approfondimento e condivisione di idee e progetti strategici con le istituzioni e tutte le organizzazioni del mondo agricolo, a cui parteciperà anche la Ministra Bellanova. L’obiettivo è consolidare la transizione verso il vero biologico e creare opportunità concrete per il territorio rurale e per le nuove generazioni.

Per FederBio, partner storico di SANA BolognaFiere, la manifestazione di ottobre sarà l’occasione fondamentale per lanciare messaggi forti in un momento storico in cui l’Ue sta puntando decisamente sull’agroecologia, con le strategie di attuazione del Green Deal Farm to Fork e Biodiversità che hanno l’obiettivo ambizioso di triplicare le superfici coltivate a biologico e ridurre del 50% l’uso di pesticidi entro il 2030.

L’Italia è un Paese leader per il settore. In termini assoluti, infatti, pur rappresentando il terzo paese per superfici bio preceduto da Spagna e Francia, si distingue per incidenza sul totale della SAU che oggi raggiunge il 15,8%, a fronte di una media europea del 7,5%.

In parallelo, nel 2019 si rileva una crescita del settore biologico anche dal punto di vista del numero degli operatori che, in aumento del 2% rispetto al 2018, toccano quota 80.643 unità (Dati SINAB).

Il bio rappresenta dunque una grande opportunità per la ripresa economica che ha bisogno di proposte innovative fondate sulla sostenibilità. Per agricoltura, territorio rurale e cibo, l’innovazione è già disponibile con la scelta del biologico e dell’agroecologia.

Per questo FederBio propone di riservare una quota del Recovery Fund per sostenere un piano per la conversione al biologico, a partire dalle aree interne e dalle aree naturali protette del territorio nazionale.

Quello che emerge dai dati presentati a SANA è che la domanda di prodotti bio da parte dei cittadini cresce più delle superfici coltivate ad agricoltura biologica. Per tale ragione occorre utilizzare subito gli stanziamenti previsti in Finanziaria per promuovere filiere di “Made in Italy Bio” basate su un approccio etico e totale trasparenza grazie alle moderne tecnologie digitali e che siano in grado di riconoscere il “giusto prezzo” per tutti i soggetti della filiera a partire dagli agricoltori.

“Agli Stati Generali del 2019 con “Rivoluzione Bio” abbiamo lanciato il messaggio che serviva una svolta verso il biologico e l’agroecologia, l’unica in grado di neutralizzare i cambiamenti climatici e di produrre nel rispetto dell’ambiente e della salute. L’Europa, presentando le strategie di attuazione del Green Deal, ha dato ragione a quell’impostazione che FederBio, AssoBio e BolognaFiere avevano anticipato, in sintonia con i cittadini, che con le scelte d’acquisto, premiano sempre più il biologico. Per questo occorre una scelta chiara anche per il nostro Paese approvando subito la legge sul biologico, come ha annunciato recentemente la ministra Bellanova. Servono inoltre progetti concreti per promuovere distretti biologici e filiere di “Made in Italy Bio” utilizzando tutte le risorse a disposizione, dai fondi stanziati con la Finanziaria, al Recovery Fund e al Piano d’azione sul biologico sul quale la Commissione UE ha da poco aperto la consultazione. Il nostro Paese è fortemente vocato al biologico e con scelte chiare e coraggiose ci saranno le condizioni ideali per fare dell’agroecologia il motore del rilancio del sistema agroalimentare italiano e, visto che partiamo da una superficie doppia rispetto alla media europea, possiamo ipotizzare di arrivare al 40% entro il 2030. La conversione al biologico è un’opportunità importante per l’Italia che dobbiamo riuscire a cogliere al più presto, non solo per non rimanere indietro e rischiare di essere scavalcati da altri Paesi, ma anche per evitare che alla forte richiesta di alimenti bio dei cittadini italiani risponda l’importazione dall’estero. Un plauso infine a BolognaFiere per l’impegno straordinario che ha richiesto l’organizzazione in presenza di un appuntamento fondamentale per il bio come SANA, tra le molteplici difficoltà legate all’emergenza sanitaria”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio.