Scende la redditività della macellazione, mentre rimane stabile la situazione della stagionatura.
Dopo un inizio anno negativo, a febbraio la redditività della suinicoltura italiana riprende quota, almeno in parte. E questo grazie all’aumento dei prezzi dei capi da macello e nonostante l’ulteriore incremento dei costi per l’acquisto delle materie prime destinate all’alimentazione degli animali. L’indice Crefis di redditività ha così messo a segno un +5,5% rispetto al mese precedente; una ripresa che però non compensa le perdite accumulate durante l’anno passato, lasciando il dato tendenziale negativo e pari a -27,1%.
Dal lato del mercato, in febbraio le quotazioni dei suini da macello proseguono la crescita iniziata a gennaio, spinte dall’aumento delle esportazioni soprattutto verso la Cina e da un generale aumento della domanda. In particolare, il prezzo medio mensile dei suini pesanti da macello destinati al circuito tutelato è stato pari a 1,379 euro/kg, con un aumento del 10,9% rispetto al mese precedente. Anche in questo caso il dato tendenziale resta però negativo (-14%), a sottolineare il profondo divario con i prezzi registrati lo scorso anno.
A febbraio, i suinetti da allevamento di 30 Kg hanno fatto registrare un prezzo medio mensile in crescita rispetto al periodo precedente (+27,4%) e pari a 2,914 euro/kg ma rimanendo ben al di sotto delle quotazioni del 2020 con la variazione tendenziale pari a -21%.
Sempre in febbraio si registra un calo della remuneratività nel segmento della macellazione che presenta un quadro simile a quello registrato nel mese precedente. L’indice Crefis di redditività segnala un decremento del 7,8%, giustificato dall’aumento dei prezzi dei suini da macello non compensato dalle performances positive dei prezzi delle cosce fresche e dei lombi. Ma il confronto con il dato dell’anno scorso nello stesso periodo resta positivo e pari a +8%.
Come accennato, nel periodo preso in esame, i prezzi delle cosce fresche pesanti destinate a prodotti Dop sono saliti a 3,913 euro/kg per una variazione congiunturale del +2,5%. Ma la variazione tendenziale anche in questo caso resta negativa: -8,8%. Stessa situazione si riscontra per le quotazioni delle cosce fresche pesanti destinate a produzioni non tipiche che a febbraio hanno raggiunto 3,275 euro/kg: +2,8% rispetto al gennaio 2021; -11,2% rispetto a febbraio 2020. Passando ai prezzi dei lombi si rileva il medesimo andamento: il prezzo lombo taglio Padova è aumentato del 3,2% rispetto a gennaio, fermandosi a 3,213 euro/kg, mentre la quotazione del lombo taglio Bologna è cresciuta a livello congiunturale del 5,6% per una quotazione di 3,050 euro/kg. Resta negativa la variazione risultante dal confronto con gli stessi dati del 2020 per entrambi i prodotti: -5,9% per il taglio Padova e -5,4%% per il taglio Bologna.
Stabile la situazione della stagionatura dei prosciutti Dop, con l’indice Crefis di remuneratività che rimane invariato rispetto a gennaio; mentre risulta fortemente negativo nei confronti di febbraio 2020 (-15,2%), sintomo che, nonostante la performance congiunturale confortante, dovuta a coincidenze puntuali favorevoli (prezzi del prodotto stagionato rispetto a costi di approvvigionamento delle cosce avvenuti l’anno precedente), la redditività del prodotto Dop è ancora in sofferenza.
Quadro opposto per il comparto dei prosciutti stagionati non tutelati: l’indice di redditività Crefis segna a febbraio un dato congiunturale negativo (-2,1%), ma la situazione resta favorevole a livello tendenziale, con l’indice a +17,9%. Resta sempre negativo, ma in miglioramento, il gap di remuneratività tra prodotto Dop e generico: -18,5%. Infine, le quotazioni dei prosciutti stagionati. A febbraio vediamo crescere debolmente il prezzo medio mensile del prodotto Dop che si attesta a 7,850 euro/kg ma rimane comunque al di sotto del valore dello stesso periodo dell’anno scorso (variazione tendenziale a -2,5%). Situazione simile per il prodotto generico che presenta un prezzo stabile rispetto al mese precedente e pari a 6,175 euro/kg, ma mostra una variazione tendenziale negativa (-1,6%).