Il calo di vendite di insalate in busta e, in generale di ortaggi di quarta gamma, è iniziato con il lockdown, quando i consumatori, programmando la spesa per più giorni, avevano orientato i loro acquisti verso prodotti più conservabili. Con la chiusura dei pubblici esercizi è poi venuta meno anche la domanda del segmento Ho.Re.Ca.
La situazione, che si auspicava temporanea, è invece peggiorata. Confagricoltura fa sapere che il 30% delle famiglie ha ridotto i consumi di quarta gamma anche dopo la fase acuta della pandemia, e oltre il 10% di coloro che compravano insalate in busta ha abbandonato il prodotto (fonte: Monitor Ortofrutta).
Dopo la Fase Due, con alcune riaperture, le vendite sono rimaste comunque costantemente inferiori, intorno al 20%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ancora condizionate dalla debolezza della domanda del canale Ho.Re.Ca.
Il comparto – evidenzia Confagricoltura – vale oltre 1 miliardo di euro ed è caratterizzato da un trend trainante e innovativo che purtroppo ha registrato un improvviso stop a causa della pandemia.
L’81% dei consumatori di ortaggi freschi compra verdure quarta gamma: insalate per il 74%; ortaggi pronti al consumo (carote baby, julienne etc) per il 18% e altri prodotti da cuocere per l’8%.
Le verdure di IV gamma costituiscono il 16% del valore degli acquisti di ortaggi freschi delle famiglie italiane. (fonte: Ismea)
Confagricoltura già a fine giugno si era fatta carico di segnalare le difficoltà del segmento produttivo, sollecitando il Mipaaf a prevedere l’attivazione delle più opportune misure di intervento per sostenere le imprese, anche facendo leva sul fondo emergenziale istituito con il Decreto Rilancio.
“E’ una situazione – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – che conferma le nostre preoccupazioni e l’urgenza di intervenire per ristabilire la redditività e la fiducia di un comparto che era decisamente in crescita e che ha subito un colpo durissimo dallo squilibrio di mercato conseguente alla pandemia. Chiediamo quindi di valutare in maniera concertata gli interventi più idonei, come già previsto per altri settori”.